
La famiglia americana per eccellenza, una delle più simpatiche della televisione. La famiglia Cunningham in realtà segna la rinascita americana post bellica con tutti i suoi tratti stereotipati. La sitcom è decollata lentamente per poi diventare un cult in tutto il mondo. Happy Days ha segnato un’epoca e ha dato vita ad una serie di musical e di film dedicati. Lo stesso Mork nasce proprio dall’opera di Gary Marshall.
Happy Days e la sua ambientazione
Garry Marshall venne chiamato dai produttori della Paramount per una sitcom ambientata negli anni 20/30 o almeno questa era l’idea iniziale ma Marshall disse loro che si sentiva più ferrato sugli anni 50, anni della sua adolescenza. Fu così che Marshall diede vita ad una puntata pilota sull’arrivo del televisore all’interno di una famiglia del Midwest, la prima del quartiere ad aver acquistato una tv. Happy Days riporta in luce il sogno americano partendo dall’American Way of Life del dopoguerra. La puntata pilota non andò bene ma segnò comunque l’ambientazione di Happy Days che andò in onda sul piccolo schermo nel 1974.
Henry Winkler e i suoi copioni
Il tanto amato Fonzie non ha avuto una vita semplice da bambino e ha dovuto lottare molto per la sua grave forma di dislessia diagnosticata all’età di 31 anni. Quando si presentò ai provini di Happy Days inventò le battute, aveva in realtà solo 6 righe da leggere ma l’attore faceva una gran fatica a farlo, così improvvisò. Winkler, considerato l’uomo più solare e simpatico di Hollywood, riuscì a conquistare sceneggiatori e regista senza attenersi al copione ma dando solamente un taglio e un’impronta al personaggio.
John Lennon sul set
Nel 1975 John Lennon senza preavviso si presentò sul set di Happy Days. Alla Paramount si presentò l’ex dei Beatles con il piccolo Julian. Suo figlio era un fan sfegatato di Happy Days per questo Lennon decise di portarlo sul set a conoscere i suoi idoli. Anson Williams (Potsie) ricorda la gentilezza e la timidezza di John Lennon che sul set rilasciò una serie di autografi e disegni ai membri della troupe della sitcom.
Garry Marshall e Robin Williams

Non tutti sanno che Happy Days segnò il lancio di un grande attore americano, Robin Williams. In realtà fu Ronny, la sorella del regista, a scoprire Williams. Ronny, la sorella di Marshall, era solita vedere Williams esibirsi in strada come cabarettista e fu così che convinse il fratello a convocare l’attore di strada ad un suo provino. Il figlio di Marshall, appassionato di Star Wars, chiese al padre la presenza di “personaggi spaziali” all’interno di Happy Days. Fu così che nacque il personaggio di Mork da Ork. Ruolo all’epoca rifiutato da altri comici, accettato invece da Robin Williams. Williams girò l’episodio My Favorite Orkan all’interno di Happy Days.

Nomi e personaggi ispirati alla vita di Marshall
I riferimenti alla vita del regista non sono pochi in Happy Days. La famiglia di Marshall in generale ha avuto un’influenza sui personaggi e l’andamento della sitcom, dai ricordi d’infanzia del regista all’amore del figlio per Star Trek, all’influenza della sorella Ronny. Come spesso accade nelle serie cult di successo, la vita privata del regista si intrinseca con quella lavorativa. I nomi usati nella serie appartenevano ad amici avuti in passato. La moglie di Marshall aveva un amico di nome Potsie Webber mentre Richie Cunningham era un bravo ragazzo che frequentava la stessa chiesa di Marshall. Durante la stesura della prima parte del copione, Marshall cercava un nome italiano da dare al suo personaggio centrale ma non riusciva a trovarlo, fu un suo amico di New York a proporgli il nome di Arthur Fonzarelli che permetteva la piacevole abbreviazione in Fonzie, il grande Fonzie.